Siamo nell'Italia del dopoguerra, del neorealismo cinematografico e del cinema d'autore, in questo contesto Pier Paolo Pasolini emerge e si distacca dal panorama degli intellettuali dell'epoca cercando di soddisfare un'urgenza espressiva, che sente propria e vede nella quotidianità che lo circonda, ovvero quella di raccontare attraverso le scene filmiche il Paese e la società in via di cambiamento. La sua è una presa di posizione, una denuncia sociale, una constatazione di come la realtà intorno a lui è in fase di mutamento profondo.
Del cinema dirà che "è un linguaggio non simbolico e non convenzionale, a differenza della lingua parlata o scritta, ed esprime la realtà non per mezzo di simboli ma attraverso la realtà stessa". La realtà a cui allude si identifica con il mondo popolare, i luoghi, il linguaggio verbale e corporale, che egli va a cercare e filmare, dove ancora sopravvive e si distingue dalla normalizzazione borghese; realtà umili e arcaiche, che mantengono una propria forte identità, e che Pasolini documenta, difende ed esalta attraverso fotogrammi impressi sulla pellicola.
Ed è la pellicola P30 in bianco e nero della Ferrania che ci racconta le visioni pasoliniane: Accattone, Mamma Roma, La ricotta, Il Vangelo Secondo Matteo sono titoli che hanno scritto la storia del cinema sulla fine del periodo neorealista e sono solo alcuni dei lungometraggi girati con quel particolare bianco e nero, così pulito, non eccessivamente morbido e netto nella sua essenzialità.
Oggi queste storie, cercate negli archivi e nelle biblioteche, nei musei, come il Ferrania Film Museum, luogo di recente istituzione che racconta il passato industriale della gloriosa Ferrania, emergono con tutta la loro forza.
E la volontà è quella di valorizzare il passato, il presente e il territorio, capace ancora di offrire intense emozioni, come i film di Pasolini girati sulla P30. A questo proposito TrattoPunto, in occasione dei cento anni dalla nascita di Pasolini, si è ispirato per la progettazione di nuovi itinerari legati al cinema, alla fotografia e all’archeologia industriale.
Il tour La P30 di Pasolini approfondisce il legame del regista con la sua pellicola preferita, mentre il tour Pasolini a Genova vuole narrare il suo rapporto con il capoluogo ligure, che Pasolini visitò nel 1959, insieme al fotografo Paolo di Paolo e a cui dedicò il racconto “La lunga strada di sabbia”, un ritratto della Genova di fine anni ’50.
Photo credit: Lidia Giusto
La pellicola cinematografica simbolo dell’espressività artistica del regista