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La Ceramica Ligure Vaccari

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La Ceramica Ligure Vaccari

L’attività nasce nel 1880 in località Ponzano, a Santo Stefano Magra in provincia di La Spezia, e inizia la sua produzione come fornace di laterizi, utilizzando la materia prima della vicina cava di Palacenda. Successivamente vi è l’intervento di due imprenditori, Stanizzi e Bonazzi, e nel 1900 il passaggio a Giovanni Ellena il quale fonda la Società Anonima Stabilimento Ceramiche Ellena, con socio societario anche l’imprenditore genovese Carlo Vaccari.

E’ grazie a Vaccari che la fornace inizia a diventare un vero e proprio stabilimento, ingrandendosi e ampliando la produzione; l’imprenditore intuisce che l’argilla estratta dalla cava ha ottime proprietà, e risulta essere la materia prima ideale per tutta una serie di prodotti legati al grés, particolare tipologia di lavorazione dell’argilla, utilizzata solitamente per produrre mattonelle per bagni, cucine, e si ottiene mescolando sostanze argillose naturali le quali producono ceramiche definite greificate, con una temperatura di cottura tra i 1200 e i 1350 gradi.

Vaccari diventa il direttore dello stabilimento e dal 1910 amministratore delegato. Ma le vicende societarie proseguono, e nel 1920 la ragione sociale muta in Società Anonima Ceramiche Liguri, con il successivo acquisto, da parte della società La Fornace, di proprietà della famiglia Foltzer. Nel 1921 entrano a far parte dell’azienda, con varie mansioni, i figli di Carlo Vaccari e la sede amministrativa e legale viene spostata a Genova. Nel 1938 la famiglia Foltzer abbandona la collaborazione e nel 1940 la ragione sociale si trasforma in Ceramiche Ligure Vaccari S.p.A.

E’ negli anni Trenta che lo stabilimento diventa tra i più importanti in Italia, che con i suoi 140.000 mq di superficie comprende la fabbrica, il villaggio operaio e i relativi edifici di servizio quali la chiesa, lo spaccio aziendale, la mensa, ecc.

In termini produttivi, lo stabilimento raggiungerà la sua massima capacità durante il periodo del dopoguerra, e a causa di una gestione non adeguata si arriverà al fallimento nel 1972; dopo questa data vi saranno tutta una serie di altre proprietà, che non riusciranno a risollevare le sorti dello stabilimento il quale chiuderà definitivamente nel 2006.

Oggi, la cava di argilla è chiusa ed è stata oggetto di un intervento di bonifica, mentre le aree produttive dello stabilimento sono passate in parte di proprietà del Comune, il quale ha scelto di provare a dare una nuova vita culturale al sito, attraverso la possibilità di insediamento da parte di realtà private al suo interno e con la gestione del comodato gratuito. Il progetto NOVA Nuovo Opificio Vaccari per le Arti, include anche il trasferimento di funzioni pubbliche, come, ad esempio, la biblioteca civica e la sala del consiglio comunale.

 

Photo credit: Lidia Giusto

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Una storia ligure lunga 126 anni

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